Le e-mail non arrivano, l’esportazione e l’importazione del client HIN non funziona, ci sono dubbi sul certificato Covid… Ogni giorno Mary Rordorf risponde telefonicamente a 30-45 domande su questi temi e argomenti simili. In un’intervista racconta le gioie e le sfide del suo ruolo di Assistente di primo livello da HIN.
Nathalie: Mary, chi ha una domanda sui prodotti e sui servizi HIN chiama l’Assistenza HIN – e forse trova te al telefono. Quali sono i tuoi compiti?Esatto, io ricevo le chiamate di clienti o utenti HIN e cerco di rispondere subito alle domande e di risolvere i problemi al telefono. Il che riesce in circa il 90% dei casi. Per le domande più complesse fisso un appuntamento con la persona che telefona, durante il quale un addetto dell’Assistenza HIN dedica del tempo per esaminare il problema. Alcune domande, ad esempio sull’HIN Gateway, le inoltro anche all’assistenza di secondo livello. Inoltre, rispondo alle richieste tramite e-mail.Hai quindi molti contatti con i clienti. Che cosa consideri importante nel rapporto con le persone che chiamano? Mi interessa mostrare a ogni cliente che per me è un piacere dedicargli del tempo. A volte ho molte persone in attesa al telefono e mi sento sotto pressione. Tuttavia, per me è importante che chi chiama non lo noti. Desidero dare la sensazione di poter dedicare tutto il tempo del mondo a chi chiama.Inoltre, per me è fondamentale un buon rapporto con il cliente. Infatti, da HIN la soddisfazione del cliente è al primo posto ed è quello che desidero trasmettere a ogni singola persona che chiama. Vorrei mostrarle quanto sia felice del fatto che possa tornare a lavorare con HIN senza intoppi.
Mary Rordorf è Assistente di primo livello da HIN.
Quali ritieni che siano le maggiori sfide della tua professione?Quando qualcuno chiama già di cattivo umore non è per niente facile. Tuttavia, rimanendo sempre gentili spesso aiuta. Non di rado riesco a fare in modo che, dopo la telefonata, le persone che chiamano tornino quantomeno a pensare che «HIN non è poi così male». Ancora più impegnativo è quando ben tre clienti chiamano innervositi uno dopo l’altro e si lamentano. Dopodiché può succedere che io abbia bisogno di due o tre minuti per me. È importante non prendere tali situazioni personalmente. So infatti che le persone che chiamano arrabbiate non lo sono a causa mia. Sono frustrate perché qualcosa nel loro computer non funziona, e lo capisco: per esempio, se voglio guardare un film e la TV non funziona, anch’io mi arrabbio.E cosa ti piace di più del tuo lavoro?Apprezzo molto il contatto con i clienti. Da noi chi chiama non è semplicemente un numero, ma lo consideriamo come persona. Questo è esattamente ciò che trasmettiamo al cliente e trovo che sia bello. E poi sono orgogliosa di lavorare da HIN. Sono una vera e propria fan di HIN. Mi piace, quindi, avere la possibilità di mostrare alle persone con il mio lavoro che HIN è una bella realtà. Infine – last but not least – mi piace il contatto con il mio team.« Voglio mostrare a chiunque telefoni che per me è un piacere dedicargli del tempo. »
« Apprezzo il fatto che con il mio lavoro posso mostrare alle persone che HIN è una bella realtà. »
Team è una buona parola chiave… Per concludere ti chiediamo di spiegarci come funziona la vostra collaborazione.Attualmente siamo in otto: sette persone ricevono le telefonate e qualcuno richiama per le questioni più complesse. Ci aiutiamo l’un l’altro, siamo realmente un team. Lo abbiamo dimostrato ancora una volta nelle ultime settimane, quando abbiamo avuto parecchio lavoro a causa di numerose domande in merito al certificato Covid. E il nostro capo Alessandro per me è un modello non solo nel lavoro; mi colpisce anche quanto si interessi a come ognuno di noi stia psicologicamente e fisicamente. Mi piace che HIN sia una piccola azienda, dove ci si conosce tutti. Questo aspetto è davvero divertente.